Assolutamente, certamente, siamo nei termini giusti e io spero che siano state funzionali al suo tornaconto economico.
Abbiamo assistito per molti mesi, Presidente, a questo spettacolo che si svolgeva in quest'Aula, accompagnato fuori dall'Aula dalla grancassa di giornali e opinionisti che hanno alimentato e legittimato il negazionismo più indecente sul COVID, quel negazionismo che, appunto, prima negava che ci fosse un'emergenza COVID e che le mascherine fossero indispensabili, Presidente. Abbiamo avuto, in questo Paese, anche la discussione se le mascherine fossero utili o non utili a contenere il COVID. Quel negazionismo ieri negava che il distanziamento sociale fosse utile e oggi questo stesso negazionismo nega l'utilità dei vaccini e nega la funzionalità del green pass. E questo negazionismo, Presidente, ha rappresentato il vero brodo di coltura dentro al quale sono cresciute le manifestazioni di inaccettabile e vigliacca violenza che hanno colpito in queste settimane operatori dell'informazione e scienziati, colpevoli soltanto di avere difeso l'approccio scientifico alla campagna vaccinale, e anche esponenti delle istituzioni. Li hanno colpiti fisicamente, in alcuni casi, e li hanno colpiti spesso con minacce inaccettabili, perché se è vero, Presidente, che esiste la responsabilità diretta per le violenze e le minacce - quella responsabilità è diretta e personale -, esiste anche una responsabilità morale e politica per tutti coloro che hanno contribuito a creare e a legittimare le falsità a cui si sono abbeverati gli autori delle violenze.
Io colgo l'occasione, Presidente, per sottolineare che mi sarebbe molto piaciuto ascoltare dalla collega di Fratelli d'Italia, che è intervenuta poco fa, anche una sola parola di solidarietà - una sola parola di solidarietà - nei confronti degli operatori dell'informazione, nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni, nei confronti di quegli scienziati che sono stati colpiti fisicamente o minacciati proprio perché fatti oggetto della campagna di disinformazione dei no-Vax.
Poi gli italiani, come sempre, sono più saggi di chi vuole prenderli in giro e gli italiani hanno scelto ieri di utilizzare la mascherina, hanno scelto ieri di seguire il distanziamento sociale, così come oggi hanno scelto, nella loro stragrande maggioranza, di utilizzare il green pass e di vaccinarsi. Gli italiani lo hanno fatto e lo fanno, non tanto nonostante i sacrifici a cui la Nazione è stata costretta dalla pandemia, ma proprio per rendere onore a quegli enormi sacrifici, sacrifici economici, sacrifici affettivi, sacrifici in termini di vite umane, sacrifici che la pandemia ha imposto all'Italia. Davvero è un onore - posso dirlo con franchezza - rilevare come gli italiani ancora una volta si siano mostrati seri, ragionevoli e concreti e abbiano smentito le caricature a cui troppo spesso indulgiamo anche noi, in quest'Aula.
Allora, Presidente, è su questo sfondo che va collocato il decreto che oggi iniziamo a discutere in quest'Aula. È un provvedimento - lo dicevo poco fa e lo voglio dire anche adesso - che è totalmente in continuità con quanto è stato fatto fin dal marzo 2020 per il contenimento della pandemia e, dunque, in continuità con gli atti di Governo, con le iniziative parlamentari da cui quegli atti sono stati modificati e integrati, con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che hanno attuato le disposizioni di legge, tutti modulati, questi atti, in relazione all'andamento epidemiologico, tutti ispirati questi atti, pur negli errori, nelle incomprensioni e nelle confusioni comunicative che ci sono state, da un criterio pragmatico concreto e razionale, quello di contenere la pandemia e di riportare il prima possibile il Paese alla normalità. Penso, nello specifico, considerando il decreto che oggi discutiamo, ai decreti-legge n. 19 del 2020 e n. 33 del 2020. Questo provvedimento che oggi discutiamo, Presidente, ha lo scopo fondamentale di accelerare il pieno ritorno alla normalità della nostra comunità civile, sociale ed economica, perché è solo la certificazione formale della vaccinazione o dell'assenza di positività che può permettere a un'attività economica di riprendere normalmente, così come può permetterlo a un'attività sociale o culturale.
Esiste un'alternativa al green pass? Certo che esiste e quell'alternativa si chiama ritorno alle chiusure, si chiama coprifuoco, si chiama vittoria, alla fine, del COVID, e chi davvero, in buona fede, si batte perché l'Italia superi definitivamente l'emergenza COVID non può che accogliere positivamente l'utilizzo del green pass, così come non può che auspicare che la campagna vaccinale proceda speditamente e senza ostacoli. D'altra parte, c'è una prova empirica dell'esistenza di un'alternativa al green pass nel ritorno alle chiusure, per esempio quella che sta avvenendo in Sicilia in questi giorni, dove 11 comuni siciliani sono tornati alla zona arancione e, quindi, sono tornati al coprifuoco, sono tornati alle chiusure, sono tornati alla limitazione dell'attività economica e sociale. Lo sanno; questa verità è conosciuta bene dagli operatori economici, di qualunque settore. Questi operatori economici sanno cosa significherebbe tornare alla politica di chiusure, cosa significherebbe tornare a quei danni economici che l'emergenza COVID ha imposto, e quegli operatori economici vogliono fortissimamente che non vi siano più chiusure, che non vi siano più quelle limitazioni che hanno imposto tanti dolorosi sacrifici.
Un passaggio, Presidente, va fatto anche sull'uso della parola libertà, che ancora oggi abbiamo ascoltato e che credo ascolteremo ancora una volta dagli esponenti, per esempio, di Fratelli d'Italia. Libertà è una parola sacra, forse la più sacra tra le parole che animano la vita pubblica e, dunque, anche la nostra stessa funzione di parlamentari. Per questo usare la parola libertà, io credo per legittimare quello che, di fatto, è un attentato alla libertà di tutti, ritengo che davvero sia l'equivalente di una bestemmia politica. Lo ha detto, con molta più chiarezza e autorevolezza di me, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri, quando, in un intervento che io considero di valore storico, ha affermato - lo voglio citare alla lettera - “Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione, perché quella invocazione corrisponde a mettere a rischio la salute altrui”.
Così come, Presidente, un'altra parola deve essere spesa rispetto all'argomentazione, davvero infondata, a mio parere, secondo la quale esiste la libertà di non vaccinarsi come libertà di opinione, come libertà di opinione di una minoranza che, in quanto tale, andrebbe tutelata. Lo ha affermato, poco fa, l'esponente di Fratelli d'Italia, la collega Lucaselli. Anche qui io credo, Presidente, che vada fatta chiarezza, almeno tra di noi, perché un conto è la diffusione o la persistenza, del tutto legittima, di timori, di diffidenze sull'uso del vaccino che esistono tra la popolazione, timori e diffidenze che sono legittimi, che sono, io credo, relativi a qualunque vaccino - possiamo dire a qualunque farmaco ed è anche normale averli -, diffidenze e timori a cui naturalmente la politica, le istituzioni e chi ha un ruolo pubblico deve rispondere con informazioni, con chiarezza e con chiarimenti, altra cosa è la tesi di coloro che sostengono che il vaccino non funzioni, che sostengono - queste persone - che nessun vaccino funzioni, perché oggi parlano di COVID e in passato parlavano degli altri vaccini che, per esempio, usiamo per i nostri bambini, per i nostri nipoti, per permettergli, come è giusto e doveroso e come impongono le nostre leggi, di fargli frequentare la scuola. Questa non è un'opinione, Presidente. Non è un'opinione sostenere che i vaccini non funzionano, non è un'opinione sostenere che nessun vaccino funziona. Non è un'opinione: è una bufala pericolosa. È una bufala pericolosa che ha in sé, appunto, il valore di un attentato alla libertà e alla salute di tutti. È una bufala pericolosa per il vaccino sul COVID così com'è una bufala pericolosa per qualunque vaccino, perché chi sostiene - e ve ne sono ancora di persone che lo sostengono - che i vaccini contro la pertosse, per esempio, o i vaccini che devono fare i nostri bambini non sono utili attenta alla salute dei nostri figli. Per questo io credo, Presidente, che dare legittimità non alla diffidenza e ai timori in buona fede di alcuni cittadini, a cui dobbiamo rispondere con informazioni e con chiarezza, ma a queste bufale pericolose, trattandole come opinioni, trattandole come espressioni di minoranze che devono essere tutelate, avere questo comportamento da parte di esponenti della politica, di esponenti di questo Parlamento, di esponenti delle istituzioni, io credo che sia un gravissimo atto di irresponsabilità, perché i no-Vax non sono una nobile minoranza di opinione che deve essere tutelata, ma sono una realtà pericolosa per la nostra salute e una realtà tendenzialmente violenta, come dimostrano, purtroppo, i fatti di queste settimane.
Torno al provvedimento, Presidente, per sottolineare come, d'altra parte, questo provvedimento, così come i provvedimenti precedenti con cui questo è in continuità, non è mai stato un provvedimento ideologico o da trattare a scatola chiusa. Al contrario, si è trattato, e si tratta, di un provvedimento ispirato a un criterio di pragmatismo e, come tale, aperto a qualunque tipo di miglioramento che non sia mosso – tale miglioramento - da un intento di cancellazione o di stravolgimento. Lo sanno bene i colleghi che hanno partecipato ai lavori della Commissione, perché in fase di conversione - quindi, durante la discussione in Commissione affari sociali - sono state presentate circa 1.500 proposte emendative, tra tutti i gruppi parlamentari (il PD, per esempio, ne ha presentate 37). Di queste ne sono state segnalate 250 e su queste poi si sono concentrati i lavori della Commissione.
Come ha detto molto bene prima di me il collega relatore Rizzo Nervo, alcune di queste modifiche sono state accolte proprio nello spirito di migliorare questo provvedimento; per esempio l'esclusione dell'uso del green pass nei servizi di ristorazione all'interno degli alberghi, l'estensione a 12 mesi della validità del green pass per chi ha completato il ciclo vaccinale, una disciplina più razionale e più consona al controllo del green pass per le sagre e per le fiere locali, l'obbligo, per esempio, di sottoporsi al test antigienico rapido molecolare per l'accesso alle prestazioni di pronto soccorso e varie altre cose come l'esenzione ai minori di 12 anni che parteciperanno a matrimoni e comunioni, così come il mantenimento dei tamponi a prezzi calmierati in farmacia per quelle categorie che sono escluse dalle campagne vaccinali fino al prossimo 30 novembre. Anche qui sui tamponi gratuiti dobbiamo intenderci, Presidente, perché il tampone non può essere considerato un'alternativa al vaccino e la richiesta di una gratuità dei tamponi per tutti aveva un senso quando i vaccini non erano disponibili per la totalità della popolazione, ma oggi che, finalmente, i vaccini sono disponibili per la totalità della popolazione non si può contrapporre il tampone al vaccino se non volendo mettere in discussione l'utilità e l'efficacia del vaccino. D'altra parte non si capisce come un italiano che paga le tasse dovrebbe finanziare di tasca sua la gratuita universale del tampone per coloro che non vogliono vaccinarsi; è una pretesa davvero ingiusta oltre che infondata perché la gratuità del vaccino è la garanzia più chiara del fatto che lo Stato mette a disposizione della salute di tutti noi; lo strumento più utile per combattere la pandemia è il vaccino, non il tampone. Concludo, Presidente, sottolineando che in Commissione affari sociali è stato fatto un ottimo lavoro, io credo, pur nella esistenza- ne parlava molto bene il relatore Rizzo Nervo poco fa - di altri temi sui quali naturalmente l'attività legislativa dovrà ulteriormente intervenire nello stesso spirito di pragmatismo che ha animato l'iniziativa pubblica in questi mesi di pandemia. Il nostro è, appunto, un lavoro pragmatico, aperto a modifiche e miglioramenti che, però, non possono essere confusi - voglio ripeterlo - con la messa in discussione della ragione di fondo di questo provvedimento e dei provvedimenti che lo hanno preceduto, perché quella ragione di fondo è la definizione di un percorso che ci faccia uscire definitivamente dall'emergenza sanitaria, economica e sociale e che, quindi, impedisca il ritorno a chiusure e sacrifici economici.
Per questi motivi, colleghi - mi rivolgo in particolare ai colleghi della Lega - non è tollerabile che vi siano state quelle manifestazioni di ambiguità e doppio gioco - chiamiamolo col suo nome: doppio gioco - sui criteri che hanno ispirato l'introduzione del green pass che abbiamo visto in Commissione. In Commissione vi sono stati esponenti del partito della Lega che sono apparsi, io credo, come gravi cedimenti all'irresponsabilità proprio mentre il Paese chiede a tutti noi il massimo della responsabilità e della verità. Poi, è ovvio che ci sia il gioco delle alleanze e la dinamica delle alleanze, la dinamica delle coalizioni, l'obiettivo di costruire coalizioni ampie e competitive, ci mancherebbe ce lo abbiamo tutti. Però, cari colleghi della Lega, mi rivolgo a voi attraverso il Presidente con franchezza, la pratica dell'ambiguità è molto scivolosa sia nelle Commissioni, sia fuori dalle istituzioni e pretendere di dire tutto e il contrario di tutto allo stesso tempo è quasi sempre una scommessa destinata ad essere pagata sulla pelle del Paese.
Per questo vedere un Partito come la Lega, che partecipa con i suoi parlamentari, con i suoi Ministri ad un Governo che ha fatto giustamente della certificazione verde e della campagna vaccinale l'architrave della strategia per uscire dal COVID, andare a braccetto e giurarsi amore eterno - perdonatemi l'ironia - con un partito come Fratelli d'Italia che, invece, sostiene l'esatto opposto ovvero contesta - e lo abbiamo sentito anche oggi - alla radice l'utilità della certificazione verde, contesta alla radice l'utilità dei vaccini, vedere questa scena di amore politico basata sull'ambiguità può, forse, alimentare i legittimi entusiasmi del senatore Salvini e dell'onorevole Meloni, ma fornisce agli italiani una fotografia di totale e gravissima ambiguità, una fotografia dove bianco e nero si confondono, dove verità e menzogna vengono messi allo stesso livello, dove responsabilità e irresponsabilità diventano la stessa cosa (Commenti del deputato Mollicone). Perché alla fine - e con questo concludo ripetendo un punto che ho già citato poco fa - gli italiani sanno bene come stanno le cose, ce lo dimostrano ogni giorno, ce lo dimostrano, per esempio, in particolare i giovani che, proprio in questi giorni, stanno dando una straordinaria prova di responsabilità rispetto anche a tutte le caricature di cui sono stati oggetto;
giovani che stanno accorrendo in massa alla campagna vaccinale perché sanno che solo la campagna vaccinale è la migliore tutela della libertà di tutti, anche della loro libertà. Gli italiani si stanno vaccinano dopo aver usato con grande senso di responsabilità le misure di distanziamento sociale e dopo aver aderito in massa alla strategia della certificazione green pass. Nel far questo, io credo, Presidente, e concludo, che gli italiani indichino anche a noi la strada da seguire; quella strada non è quella dell'ambiguità, quella del dire tutto e il contrario di tutto, quella di andare a braccetto con chi sostiene la tesi esattamente contraria a quella che sostengo io, ma quella strada è, appunto, quella della responsabilità, della serietà e della verità ed è la strada, lo dico con orgoglio, che abbiamo deciso di seguire noi del Partito Democratico, rifiutando qualunque ambiguità, rifiutando qualunque furbizia anche quando, magari, avrebbe fatto comodo sostenere il contrario di quello che abbiamo sempre sostenuto in questi mesi. Lo abbiamo fatto non perché ci sia un eroismo politico nelle nostre posizioni, ma perché crediamo che sostenere queste tesi e lavorare in Parlamento e al Governo per il green pass e per la campagna vaccinale sia la strada più veloce per uscire dalla pandemia e anche la strada che corrisponde con maggiore precisione agli interessi della Nazione e della nostra Italia. Quindi, anche la strada che testimonia - lo dico ai colleghi di Fratelli d'Italia - quel patriottismo e quell'amore per l'Italia che, forse, dovrebbe ispirare anche un'opposizione che a parole ma, secondo me, non nei fatti, si ispira alla difesa dell'interesse degli italiani.